Turista nella mia città
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Questo post è anche sul mio blog alicebrignani.it, pubblicato il 6 novembre 2014 in occasione della Giornata Nazionale del Trekking urbano.
C’è un modo di dire a Bologna, che è “Chi viene a Bologna si lega una tagliatella al collo e non va più via”. Mi ha sempre fatto ridere, pensando ai miei colleghi di università che sono venuti qui a studiare e poi sono rimasti, e a tutti quelli che invece da questa città ci sono passati e poi se ne sono andati perché Bologna è troppo piccola, troppo provinciale, troppo legata a una certa fase della vita che è spesso quella dell’Università.
Per me Bologna non è solo la città dove sono nata, è la città in cui non posso fare a meno di vivere. Ricordo che da piccola quando andavo in vacanza avevo sempre nostalgia delle sue strade, del panorama delle colline che vedevo dal terrazzo al quinto piano di via Beverara, dell’aria tiepida che si respira qui le sere di giugno (i bolognesi sanno di cosa parlo).
Ancora adesso è così: lontano da qui non riesco a stare più di tanto, mi mancano le strade, i ristoranti, i portici, San Luca che quando lo vedi vuol dire che sei arrivato a casa, ma anche la mia periferia, le strade tranquille di Corticella, il laghetto dei giardini. Insomma è lei, ti tiene stretto in una sua dimensione un po’ unica, sempre sul bordo della collina ma in pianura, vicino al mare ma lontana. E non finisce di stupire e di raccontare.
Quando Luca del comune di Bologna mi ha scritto quest’estate e poi di nuovo in ottobre per questo Trekking Urbano, e mi ha chiesto di raccontare la città attraverso Twitter è stato un onore e un’emozione avere l’opportunità di scoprirla di nuovo. Lo spirito era quello di essere “turista nella mia città” e così è stato. In giro col motorino a luglio e scarpinando a piedi sulle colline in questo autunno soleggiato, me la sono goduta tantissimo. Ho scoperto una Bologna nuova che non conoscevo, che mostra il meglio del suo spirito industriale e che allo stesso tempo conserva una natura rigogliosa e quasi intatta appena fuori dal centro, nella fascia collinare.
Perché secondo me uno dei pregi più grandi di Bologna è quello che molti indicano come il suo peggior difetto. Non è sfacciata né sfacciatamente bella – come lo sono le grandi città d’arte d’Italia. È una città riservata, un po’ timida, che non si scopre ma che va invece scoperta, esplorata, gustata, capita.
Per chi è interessato a conoscere le scoperte che ho fatto nel live di luglio, qui c’è uno storify completo curato da Twiperbole.
Durante la mia giornata in giro per la città ho visitato tre musei che solitamente rimangono nascosti, ma che sono delle vere e proprie perle da non perdere assolutamente se venite in città (e che sono da scoprire se siete di Bologna e come me non c’eravate mai andati):
Questo invece è il percorso del Trekking Urbano di sabato 1 novembre, sui sentieri che hanno fatto da set al film di Giorgio Diritti “L’uomo che verrà” (che se non avete visto vi consiglio anzi vi ordino di recuperare il prima possibile).
Si parte da via Lavino a Monte San Giovanni, sul sentiero che sale accanto al ristorante, si sale fino ad arrivare all’ulivo millenario, si gira ad anello tra sentieri e capi immacolati e si giunge alla casa che ha fatto da set del film di Diritti, conservata così com’è stata ripresa. Per concludere la camminata con una pausa alla Tenuta Bonzara, che produce alcuni dei vini più prestigiosi della nostra regione – tra gli altri anche il Bonzarone. Da lì si scende velocemente verso la strada e si ritorna al punto di partenza.
Bologna è decisamente una città che va camminata.